Mitologia ebraica
Eva



Dato che con Lilith le cose non erano andate bene, Dio decise di dare ad Adamo un’altra compagna, possibilmente piú ubbidiente. Convocò quindi Adamo e gli permise di assistere alla sua opera. Questa volta Dio decise di far tutto in piena regola (per Lilith aveva utilizzato materiali non propriamente di prima scelta), e cosí cominciò a comporre la nuova compagna con meticolosa pazienza.
Plasmò lo scheletro e le cartilagini, i muscoli e il sistema linfatico, il sistema circolatorio e quant’altro. Rivestí la sua opera con la cute, e in ultimo aggiunse i capelli. Quando infine presentò ad Adamo la sua nuova compagna, egli ne fu tanto disgustato da rifiutarla. E Dio altro non poté fare che portarsi via la nuova donna, che pare si chiamasse Eva. Di lei non sappiamo molto, ma dicono alcuni che di lei si innamorarono in seguito sia Caino sia Abele, e questa è una delle tante possibili cause della rivalità tra i due fratelli.
Al terzo tentativo Dio fu piú prudente e non permise ad Adamo di assistere mentre plasmava la sua compagna. Pare che la creasse con una costola di Adamo, ma secondo alcuni usò la sua coda, lasciandone solo la parte terminale, quella che oggi chiamiamo coccige.
Poiché però tsela, il termine ebraico che designa la costola significa anche «errore» o «sventura», è possibile che dobbiamo intendere che ella sarebbe stata creata non «dalla costola» ma «per la sventura, per l’errore» di Adamo (come d’altronde, nella mitologia greca, Pandora, la prima donna, fu creata per la sventura degli uomini).
Anche questa terza donna fu chiamata Eva, e questa volta Adamo apprezzò l’opera del Signore, e fece di lei la propria compagna.
Il nome di Eva la ricollega alla divinità hittita Heba; e all’olimpica Ἕβη (Hebe), moglie del semidio Eracle.

7 ottobre 2011


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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