Mitologia romana
Flora



Fu il re Tito Tazio a introdurre in Roma il culto della dea Flora, che presiede alla vegetazione e di conseguenza è propizia agli agricoltori. La sua origine è certamente italica, se fu acquisita in Roma tramite il suo re sabino. Al suo culto presiedeva un sacerdote specifico, il flamen floralis. Durante la festa a lei dedicata, che aveva luogo tra la fine del mese di aprile e gli inizi di maggio, si tenevano dei giochi, i Floralia, ai quali partecipavano anche le cortigiane: nel corso del rito, che aveva carattere propiziatorio per la fioritura, esse si denudavano. Vi sono chiari indizi che depongono a favore dell’antichità del culto di questa dea: innanzitutto la presenza di un suo specifico sacerdote, per quanto uno dei flamines minores; inoltre il fatto che fosse una delle divinità cui sacrificavano i fratelli Arvali¹. Appare piuttosto tarda una leggenda che narra che Flora fosse in origine una cortigiana che aveva accumulato una fortuna in vita, e aveva voluto essere ricordata dalla cittadinanza, istituendo per questo motivo i Floralia. La leggenda tradisce un probabile intento denigratorio nei confronti della divinità, ma ribadisce un parallelo che certo durante i Floralia era ben avvertito: quello tra la sessualità umana e la fioritura.
Va anche ricordato che, presso alcune città sabine, a Flora era dedicato il mese corrispondente al nostro aprile, appunto il mese della fioritura.
  1. Componenti di un antico collegio di sacerdoti.

24 dicembre 2011


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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