Curiosità linguistiche
Le fila, le file



Benché si tratti in entrambi i casi di espressioni piú appartenenti all’uso scritto che a quello parlato, capita di incappare in un’inopportuna confusione tra fila e file, anche da parte di operatori che dovrebbero manifestare maggior sicurezza nell’uso della lingua italiana.
Le file è evidentemente il regolarissimo plurare del sostantivo femminile la fila: per cui è perfettamente normale sentir dire che (ad esempio) Dario Franceschini milita nelle file del Partito Democratico, che è un po’ come dire che fa parte delle schiere di quel partito.
Le fila è invece un plurale femminile in -a di un sostantivo che al singolare è maschile: il filo. È un plurale alternativo a quello regolare, e si usa praticamente solo nell’espressione tirare le fila, cioè «tirare i fili», che è poi quel che si fa con le marionette. Questa tipologia di plurali in -a con deviazione al genere femminile è molto comune nella lingua italiana, come è ben noto a tutti: diciamo infatti le ossa, le braccia, le dita, le lenzuola, le grida, le quadrella eccetera. Perlopiú si tratta di sostantivi che in latino erano neutri (e ciò spiega sia la terminazione in -a sia l’incertezza di genere grammaticale, maschile al singolare, femminile al plurale), ma non sempre, visto che ad esempio il sostantivo dito entra in questo gruppo solo per analogia e non per derivazione etimologica.
L’uso errato del plurale le fila al posto di le file è purtroppo molto diffuso, e basta una piccola ricerca su un motore di ricerca per rendersi conto che l’espressione è usata a sproposito anche in molti siti istituzionali. Errore tanto piú grave per il fatto che si tratta del tentativo di usare un’espressione piú o meno ricercata senza però padroneggiarla.

16 novembre 2011


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.

← Precedente     Successiva →


linea

Torna al menu delle Curiosità Linguistiche