Mitologia nordica
I primi dèi



Molto prima che nascesse la vita, il cosmo conosceva un grande abisso chiamato Ginnungagap; a meridione di esso nacque un mondo torrido, desertico, chiamato Muspell; e a settentrione un mondo gelido chiamato Niflheimr. Da Niflheimr scaturiscono numerosi fiumi e spirano gelidi venti. Un giorno i venti di Niflheimr incontrarono la torrida brezza di Muspell, e avvenne che la brina si condensò, dando origine alla vita. Fu cosí che nacque il gigante Ymir, e con lui la mucca Auðhumla.
Dalla saliva di Auðhumla, che leccava delle pietre per nutrirsi, nacque il primo essere umano, che si chiamava Buri; e da Buri nacque Borr; da Borr e da Bestla, figlia del gigante Bölþorn, nacquero tre figli, ed essi furono i primi tre dèi. I loro nomi sono Óðinn, Vili e Vé, ed essi formano una triade, non dissimilmente dagli olimpici Zeus, Poseidone e Ade. Anticamente i loro tre nomi erano Wódin, Wili e Wé: come spesso accade nella cultura germanica, i nomi sono allitteranti. Rispettivamente i tre dèi sovrintendono alla saggezza, all’intelligenza e alle emozioni.
Essi uccisero Ymir e tutti i figli da lui generati, tranne uno, che riuscí a fuggire e generare una nuova stirpe di giganti del ghiaccio. Con il corpo di Ymir crearono poi il mondo: la terra dalla carne, il mare dal sangue, le montagne dalle ossa, le pietre dai suoi denti; e con il suo cranio costituirono la volta celeste.
Dai vermi che si formarono nel cranio di Ymir nacque la stirpe dei nani; quattro dei nani sono destinati a sorreggere il cielo, e i loro nomi sono Norðri, Austri, Suðri e Vestri, da cui traggono nome i quattro punti cardinali, che sono i punti su cui il cielo si regge.
Gli dèi completarono la loro opera recintando nel mezzo del cosmo un giardino, che chiamarono Miðgarðr, ossia giardino di mezzo, che è poi la Terra. Per recintarla utilizzarono le sopracciglia di Ymir; crearono infine Jötunheimr, che è la dimora dei giganti.

7 ottobre 2011


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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