Mitologia greca
Le muse



Le muse¹, divine abitanti del monte Elicona e patrone delle arti, erano secondo la tradizione riferita da Esiodo nella sua Teogonia le nove figlie di Zeus e di Mnemosine, dea della memoria.
Tradizioni piú antiche fissavano tuttavia il numero delle muse in tre, a formare una delle tante triadi divine, accanto ad esempio alle cariti, alle moire e alle gorgoni. Secondo questa tradizione le tre muse sarebbero state: Melete, Aoide e Mneme.
Tuttavia, è decisamente prevalente la tradizione che fissa in nove il numero di queste divinità, definisce i loro nomi e le loro competenze.
♦ Ἐρατώ, Erato: amabile. È la musa della poesia d’amore.
♦ Εὐτέρπη, Euterpe: colei che dà piacere. È la musa della poesia lirica.
♦ Θάλεια, Talia: gioiosa, fiorente: È la musa della commedia e della poesia idillica.
♦ Καλλιόπη, Calliope: colei che ha una bella voce. È la musa della poesia epica.
♦ Κλειώ, Clio: colei che dà fama. È la musa della storia.
♦ Μελπομένη, Melpomene: melodiosa. È la musa del canto e della poesia tragica.
♦ Οὐρανία, Urania: celeste. È la musa dell’astronomia.
♦ Πολύμνια, Polimnia: colei che canta molti inni. È la musa degli inni sacri.
♦ Τερψιχόρη, Tersicore: gioia della danza. È la musa della danza.
Molte storie si raccontano delle muse: soprattutto ricordiamo che usano incontrare i mortali quando intendono concedere loro il successo nelle arti, come quando incoronarono Esiodo poeta epico consegnandogli un ramo d’alloro fiorito. Di Calliope si dice che sia l’amante del dio Ares e che gli abbia nato numerosi figli.
Si racconta anche che Piero, re di Macedonia, ebbe nove figlie tanto abili nel canto che ardirono sfidare in una gara canora le muse stesse. E benché effettivamente il loro canto fosse incredibilmente melodioso, quando Calliope prese a cantare esse furono surclassate; e per la loro presunzione furono trasformate in gazze.
  1. Il sostantivo greco μοῦσᾰ è riconducibile alla radice indogermanica *MN/*MEN/*MON, visibile in un sostantivo latino come mens, mente, o nel verbo memini, io ricordo. La formazione greca è verisimilmente (a partire dal grado zero della radice) quella di un presente participio femminile: *mn-o-nt-j-a > *μαοντjᾰ. La parola afferisce dunque al campo semantico del pensiero e del ricordo, in accordo con le qualità di queste divinità.
    Ringraziamo Martino Sanna per la nota di carattere glottologico.

12 ottobre 2011


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


← Precedente     Successivo →


linea

Torna al menu della Mitologia Greca