Leggende metropolitane
Abbronzatura pericolosa



Una ragazza fu invitata da un’amica a farle da damigella per le nozze. L’invito avvenne all’ultimo momento (si può supporre che la ragazza fosse stata invitata come sostituta di una damigella non piú disponibile): il matrimonio infatti avrebbe avuto luogo dopo due soli giorni. Come a volte accade, tutte le damigelle dovevano vestire abiti di foggia uguale, un bell’abito di colore rosa intenso. La nostra giovane si rese conto che quel colore avrebbe molto stonato con la sua carnagione, piuttosto pallida, e decise di fare alcune sedute con le lampade abbronzanti. Recatasi in un centro benessere, fece la sua prima seduta ma, con disappunto, si sentí dire che avrebbe dovuto attendere alcuni giorni prima di procedere a una seconda applicazione dei raggi ultravioletti; benché protestasse di aver bisogno dell’abbronzatura quanto prima, gli addetti del centro le dissero chiaramente che non avrebbero accettato di praticarle un’altra applicazione prima del tempo prescritto. Contrariata, la giovane si recò presso un secondo centro e fece un’altra seduta. Quando chiese di poter ritornare l’indomani, la risposta che ricevette fu identica a quella già avuta nel primo centro. Fu cosí che la sprovveduta finí per fare altre tre applicazioni, ogni volta in un diverso salone.
La mattina dopo, ovvero la vigilia del matrimonio, si alzò dal letto eccitata, e corse allo specchio per controllare lo stato della sua abbronzatura; colpita da un malore, fece appena in tempo a chiamare il pronto soccorso, e un’ambulanza giunse in tempo per portarla d’urgenza in ospedale, dove le furono diagnosticate gravi ustioni a numerosi organi interni. In pratica, le varie sedute con i raggi ultravioletti avevano portato a una parziale cottura dei suoi organi. Si dice che la giovane ebbe salva la vita solo grazie a trapianti multipli di organi, ma naturalmente non ebbe l’imbarazzo di dover indossare l’abito rosa.

20 novembre 2011


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