Mitologia ebraica
Tehom



Quando Dio era intento alla creazione dell’universo, e già aveva dato forma ai cieli, stendendoli sopra l’abisso come un telo infinito, e già dava forma alla Terra, plasmando le sue montagne e poggiandola saldamente sui luoghi inferiori, avvenne che dal profondo dell’abisso le acque si levassero rabbiose, guidate dalla dea Tehom, e minacciassero di sommergere il creato. Tehom è quella stessa dea che i babilonesi chiamano Tiāmat, la divinità femminile creatrice delle acque¹.
Dio fermò le onde che si innalzavano, e scagliò contro la dea i suoi fulmini e una tempesta di grandine. Accanto a Tehom si levò anche il mostruoso Leviathan, e con lui Rahab; ma entrambe queste creature furono annientate da Dio. Vedendo che niente poteva fare per contrastare la supremazia del Signore, Tehom si dichiarò vinta, e acconsentí a che le sue acque si ritirassero; accettò anche di restare nell’abisso, e non far mai piú fuoriuscire le sue onde selvagge. Quelle acque tuttavia, per volontà di Dio, possono sgorgare pacificamente dal suolo, sotto forma di torrenti e ruscelli. In una circostanza Dio permise a Tehom di liberare le acque dell’abisso in tutta la loro potenza distruttiva: e fu in occasione del diluvio universale.
  1. La presenza di Tehom nella creazione è un aspetto estremamente affascinante del mito, che riemerge da una tradizione certamente prebiblica che ricollega la primitiva mitologia ebraica a quella di altri popoli dell’area mediterranea. Il punto centrale è che Tehom, divinità selvaggia ma anche creatrice, e soprattutto femminile, preesiste alla creazione. Il mito mostra la vittoria di Dio su un’altra divinità, e lo stabilirsi della sua supremazia sull’universo, quando l’abisso deve dichiararsi vinto di fronte alla sua potenza. È anche il momento in cui una divinità femminile deve cedere il passo al nuovo signore dell’universo.

30 novembre 2011


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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