Leggende metropolitane
La bottiglia a sorpresa



Molte leggende metropolitane hanno una spiccata e caratteristica tendenza moraleggiante. In qualche modo ci comunicano il messaggio rassicurante che chi si comporta male sarà punito, in modi spesso clamorosi.
Un’altra caratteristica di molte leggende è che le apparenze ingannano e non bisogna saltare frettolosamente alle conclusioni.
Questa leggenda è riconducibile a entrambi i filoni.
Una mattina, un medico si recava al lavoro, portando con sé una bottiglietta contenente dell’urina (sua o di un familiare) che doveva lasciare nel reparto in cui si eseguivano le analisi. Sulla strada si fermò presso una pasticceria e acquistò una torta, che doveva portare in reparto per i festeggiamenti del compleanno di un collega. Poco dopo, fece un’altra sosta: parcheggiò l’automobile e andò a comprare delle sigarette in una tabaccheria.
Si attardò un po’, e quando tornò alla vettura si accorse che un vetro era stato infranto e che la torta e la bottiglietta contenente l’urina erano state trafugate.
La leggenda, naturalmente, si conclude con l’insperato arresto dei topi d’auto, che avevano mangiato la torta e, naturalmente, bevuto quel che credevano essere birra, con grande divertimento degli agenti di polizia che erano al corrente del vero contenuto della bottiglietta.
La leggenda ha tutte le caratteristiche dell’inverosimiglianza, a partire dall’idea che chiunque possa scambiare dell’urina per birra, continuando con la strana circostanza che il medico avrebbe riempito la bottiglietta al punto giusto, l’avrebbe quindi richiusa con un tappo a corona, e concludendo con l’ancor piú strano fatto che l’etichetta si sarebbe comunque presentata come nuova.
Eppure, la leggenda ha avuto una certa fortuna, e l’ho sentita riferire in varie versioni alternative; a volte mi è anche stato fatto il nome del medico a cui sarebbe occorsa l’incresciosa circostanza.

Questa leggenda presenta una qual certa affinità tematica con quella del ladro sfortunato.

15 marzo 2007


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Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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