Leggende metropolitane
La casa stregata



Quand’ero bambino, non lontano da casa mia, in una via abbastanza trafficata, il portone di un palazzo colpí la mia fantasia. La vernice era scrostata, e accanto il citofono era rovinato.
Altri bambini riferirono che si trattava di una casa stregata. Entrammo a ispezionare l’atrio del palazzo, e ci rendemmo facilmente conto che il palazzo era disabitato. Si trattava di uno dei tanti edifici fatiscenti che, negli anni ’60, era comune trovare anche nei centri urbani.
La notizia che il palazzo fosse stregato fu riferita un giorno da un altro bambino, amico di amici. Si tratterebbe di una semplice fantasia, se non fosse per il fatto che questo bambino riferí un episodio che poi, negli anni, avrei sentito riferire anche ad altri palazzi, e anche in altre città, in termini piú o meno simili.
Un gruppo di tre ragazzi e due ragazze erano entrati a ispezionare la casa, naturalmente di notte, alla luce di candele steariche; nel corso dell’ispezione, i ragazzi e una delle ragazze si accorsero che l’altra era sparita; la cercarono, entrando negli appartamenti deserti, in mezzo a topi e insetti, ma non riuscirono a ritrovarla.
Andarono a denunciare la sua scomparsa alla polizia, e tornarono a casa.
La ragazza, tuttavia, ricomparve il pomeriggio seguente. Fu ritrovata in una strada dall’altra parte della città, in stato confusionale. La cosa piú inquietante è che i suoi capelli erano bianchi, non ricordava assoltamente niente, e sembrava essere invecchiata di almeno dieci anni.

8 febbraio 2007


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