Curiosità informatiche
Il terabyte e i suoi multipli



Il byte, si sa, è una sequenza di otto unità binarie, o bit; poiché ogni bit rappresenta una scelta polare (la risposta a una domanda “sí⁄no”), ogni byte può rappresentare una scelta su un totale di 28; ovvero 256. Una quantità ragguardevole di informazione, eppure ben poco rispetto alle quantità di informazioni che ogni giorno i nostri calcolatori elaborano.
Kilobyte, megabyte, gigabyte e finanche terabyte fanno ormai parte del nostro linguaggio comune; un po’ meno i multipli successivi, un po’ meno soprattutto i sottomultipli. Vediamo un attimo quali sono i multipli del byte con cui non abbiamo ancora troppa familiarità ma che in futuro diventeranno gradualmente di uso comune:
Petabyte: corrisponde a 1024 terabyte, ossia a 250 byte.
Exabyte: corrisponde a 1024 petabyte, ossia a 260 byte.
Zettabyte: corrisponde a 1024 exabyte, ossia a 270 byte.
Yottabyte: corrisponde a 1024 zettabyte, ossia a 280 byte.
Cifre vertiginose, ma non dimentichiamo che fino a non molto tempo fa gli stessi gigabyte parevano rappresentare una quantità di informazione stupefacente; e che, stando a quanto racconta una leggenda piuttosto diffusa, nel lontano 1981, il giovane Bill gates poté affermare senza timore che “640 Kbytes should be enough for anybody”.

Vediamo ora da dove derivano i nomi di questi multipli.
Kilobyte: il nome è formato con l’aggiunta del prefisso kilo- che risale all’aggettivo greco khílioi “mille”. È un prefisso che non abbiamo bisogno di spiegare, dal momento che è di uso comune nella formazione dei multipli di varie unità di misura: chilogrammi, chilometri, chilocalorie, etc.¹
Megabyte: il prefisso mega- riporta pure al greco, in particolare all’aggettivo mégas, che significa “grande”.
Gigabyte: qui abbiamo il prefisso giga-, e ancora si torna al greco. Il significato del sostantivo gígas è “gigante”.
Terabyte: per quanto si sia diffusa la convinzione che il prefisso tera- derivi dal sostantivo greco téras, che significa “prodigio” o anche “mostro”, (interpretazione che ha una sua ragion d’essere, dal momento che un terabyte ha davvero qualcosa di mostruoso), il prefisso tera- sembra piuttosto una semplificazione del piú comune prefisso tetra-, dal greco téttara, che significa “quattro” (ricordiamo che il terabyte equivale a 240 byte). Si osservi ora come anche i multipli successivi devono il loro nome a una leggera modificazione di un numerale greco:
Petabyte: il prefisso peta- ci riporta al greco pénte, “cinque”.
Exabyte: il prefisso exa- ci riporta al greco héx, “sei”.
Zettabyte: il prefisso zetta- ci può riportare al greco heptá, “sette”, o piú verosimilmente al numerale greco ζ’ (“7”).
Yottabyte: il prefisso yotta- ci riporta al greco októ, “otto”.
In sostanza, cosí come “terabyte” è una deformazione di tetrabyte, “petabyte” sta per pentabyte, “exabyte” per hexabyte, “zettabyte” sta per zetabyte (incrociato magari con heptabyte), “yottabyte” per oktabyte. Dietro i fantasiosi prefissi si celano sempre gli aggettivi numerali della lingua greca.
  1. È però un nome basato su un’approssimazione, dal momento che il kilobyte non corrisponde a 1000 ma bensí a 1024 byte. Sfortunatamente, se la differenza fra 1000 e 1024 non è particolarmente significativa, lo scarto diventa importante quando abbiamo a che fare con i multipli. Oggi ci capita di acquistare un disco rigido con una capacità nominale di 500 gigabyte, che sono in verità 500 miliardi di byte ossia un po’ meno di 466 gigabyte: cosa che non manca di irritare gli acquirenti piú pignoli, e a cui gli altri utenti si sono oramai rassegnati.

15 novembre 2014


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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